La Barona è un quartiere e un’antica parrocchia di Milano, posto nel lato sud-occidentale della città, che negli anni ‘50-‘60 del secolo scorso era ancora periferia ai margini della città.
La zona è abitata fin da tempi remoti: la presenza umana risale all’età del bronzo, e non lontano dalla fermata MM di Famagosta furono trovati resti di mammut risalenti a quattro milioni di anni fa. Tra il 700 e l’800 l’area era un territorio agricolo esterno alle mura della città. Iniziò a cambiare negli anni ‘30 dell’800, quando divenne uno dei centri industriali più importanti di Milano. Nel 1842 Giulio Richard rilevò la fabbrica di porcellane San Cristoforo, che dopo diverse acquisizioni divenne nel 1897 la famosissima Richard-Ginori. Nei pressi del Naviglio Grande, la famiglia Richard diede origine a un vero e proprio villaggio dotato di case per gli impiegati, una scuola per i loro figli e servizi sanitari.
Ambrogio Binda (1811-1874), uno dei creatori dell’industria moderna della carta nel nostro Paese, acquistò alcuni terreni nell’area per dar vita a un’azienda per la fabbricazione di carta e cartoni. I lavori ebbero inizio nel 1857 e terminarono due anni dopo. Erano gli anni della grande diffusione dei quotidiani, e le Cartiere Binda ebbero grande successo. Grazie alla presenza dei corsi d’acqua, furono impiantate due centrali idroelettriche che alimentavano le cartiere, che divennero un vero e proprio centro abitato: Ambrogio Binda fece costruire per i suoi operai abitazioni, scuole, negozi a altri locali di servizio. L’azienda continuò a prosperare nel corso del 900, mutando di proprietà più volte, fino al lungo declino per tutti gli anni ’70, e al 1998, quando fu posta in liquidazione.
Negli anni ‘90 l’area trascorse un periodo di abbandono e degrado sociale, fino agli anni 2000, quando fu protagonista di un’importante operazione di riconversione, che la trasformò in uffici, abitazioni private e sede di molte attività del settore terziario.